Archivio mensile marzo 2018

Più arance nelle aranciate!

Più arance nelle aranciate: buone notizie per consumatori ed aziende agricole

Il contenuto di succo d’arancia nelle aranciate passa dal 12 al 20%: ecco la buona notizia di questi giorni.

Per meglio precisare, dal 6 marzo il contenuto di succo d’arancia in bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con la dicitura in etichetta “arancia” in succo è aumentato per legge al 20 per cento minimo. L’entrata in vigore della nuova legge abroga la precedente datata 1961, non vieta la vendita di bevande al 12% ma solo la produzione, i negozi potranno quindi esaurirne le scorte.

Aranciate con più arance per legge: si passa dal 12% al 20%

Il traguardo è importante sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, come sottolinea la Coldiretti tramite le parole del presidente Roberto Moncalvo: “L’innalzamento della percentuale di succo di frutta nelle bibite va a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità in forte aumento”.

Infatti un maggior contenuto di vero succo d’arancia significa, prima di tutto, tutelare meglio la salute dei consumatori e rispondere in modo più adeguato alla mutata sensibilità del mercato. Inoltre, è anche compito delle istituzioni difendere e diffondere una corretta coltura alimentare, anche in base alle nuove evidenze scientifiche.

L’aranciata diventa più salutare: benefici per i consumatori

In tale ambito, alcuni recenti studi hanno posto l’accento sul fatto che una bevanda con il 20% di succo d’arancia aiuti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C con ovvi benefici per il sistema immunitario. Ed ancora, più succo di frutta significa minor impiego di zucchero ed aromi artificiali, ingredienti generalmente utilizzati per correggere il sapore dei trasformati.

L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia:  benefici per gli agricoltori

Altra conseguenza fondamentale del provvedimento è il positivo impatto economico sulle aziende agricole ed agrumicole in particolare. Sempre secondo la Coldiretti, questa disposizione salverà oltre diecimila ettari di agrumeti italiani situati soprattutto in Sicilia e Calabria. Infatti l’aumento del contenuto di frutta dal 12 al 20 per cento minimo comporterebbe l’impiego di oltre 200 milioni di chili di agrumi in più all’anno nell’industria di trasformazione.

I vantaggi per il comparto agrumicolo nazionale sarebbero evidenti considerando anche i prezzi che vengono pagati agli agricoltori (3-4 cent per un kg di arance destinate alla trasformazione), e la profonda crisi del settore che ha visto ridursi di un terzo, in quasi 20 anni, la superficie coltivata ad arancio con redditi che diminuiscono ogni annata.

Ovviamente tali positive ricadute sono strettamente connesse alla valorizzazione ed alla difesa delle produzioni nazionali che, però, non sempre vengono adeguatamente tutelate. Si auspica, in tal senso, un più efficace controllo della filiera agroalimentare ed una maggiore tracciabilità dei vari passaggi. Anche perché maggior sicurezza significa maggior libertà di scelta quando andiamo a fare la spesa. E la nostra sicurezza passa, innanzitutto, dalla trasparenza delle informazioni fornite dalle aziende e che troviamo presenti per legge su tutti i prodotti agroalimentari.

Come consiglio finale, quindi, leggete bene l’etichetta ed accertatevi che il succo d’arancia che state acquistando risponda esattamente alle vostre aspettative.

Buona bevuta a tutti!

 

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